Il diario di Anna Frank è stato scritto dalla
giovane ebrea olandese mentre si nascondeva insieme alla sua famiglia durante l'occupazione nazista dell'Olanda nella Seconda Guerra Mondiale. Il diario, iniziato nel giugno del 1942 e terminato nell'agosto 1944, descrive la vita quotidiana della famiglia Frank e le loro paure durante la persecuzione degli ebrei.
Il diario è stato
trovato il 4 agosto 1944, quando le SS tedesche hanno scoperto l'abitazione nascosta in cui la famiglia Frank si era rifugiata ad Amsterdam. Non è noto come sia stato scoperto il nascondiglio. Ci sono diverse teorie, una è che un collaboratore olandese abbia indicato loro la posizione del nascondiglio. È stato anche ipotizzato che i nazisti avessero scoperto il nascondiglio attraverso la denuncia di un vicino di casa o di un commerciante del quartiere.
Tutti i membri della famiglia, ad eccezione di Otto Frank, il padre di Anna, sono stati deportati e uccisi in campi di concentramento. Otto Frank è stato
l'unico sopravvissuto della famiglia e ha ricevuto il diario dalle autorità olandesi dopo la guerra. Il padre si è impegnato per farlo pubblicare e per diffondere la conoscenza della sua storia. È stato poi un attivista per i diritti umani e ha dedicato la sua vita a promuovere la tolleranza e l'educazione sull'Olocausto.
Il diario di Anna Frank
è stato pubblicato per la prima volta nel 1947 e da allora è stato tradotto in più di 70 lingue. Il manoscritto originale è oggi conservato nell'Istituto nazionale degli archivi sulla seconda guerra mondiale di Amsterdam, in Olanda.
Il diario è considerato un
documento chiave della Storia dell'Olocausto e un importante testimonianza dell'esperienza degli ebrei durante l'occupazione nazista. Il diario è stato anche trasposto in numerose opere teatrali, film e adattamenti televisivi, diventando un simbolo internazionale dell'Olocausto e un monito contro l'intolleranza e l'antisemitismo.