Il
Governo della Repubblica Italiana è l’organo titolare del potere esecutivo, autonomo e indipendente rispetto a quello legislativo e quello giudiziario. Incarna l’espressione dell’indirizzo politico della maggioranza parlamentare ed è il vertice della
struttura amministrativa dello Stato. Nei limiti previsti dalla Costituzione, può emettere atti aventi forza di legge.
La sua direzione è affidata al
Presidente del Consiglio dei Ministri e si avvale dell’operato dei diversi
Ministri della Repubblica, ognuno a capo di uno specifico settore della pubblica amministrazione. La riunione formale del Presidente con i Ministri dà luogo al
Consiglio dei Ministri, dotato di poteri più ampi e articolati dei propri singoli componenti.
Il governo è quindi strettamente collegato alla maggioranza parlamentare uscita dalle urne dell’ultima tornata di elezioni politiche. Ma a differenza del Parlamento, non viene eletto dal popolo a suffragio universale. Allora
come si elegge il governo?
La Carta Costituzionale prevede che sia il
Presidente della Repubblica a nominare il Presidente del Consiglio dei Ministri e, su proposta di questo, i ministri. Questo avviene dopo che il Capo dello Stato ha concluso un giro preliminare di
consultazioni, che secondo la prassi si articolano in colloqui con i Presidenti di Camera e Senato, gli ex Presidenti della Repubblica ancora in vita e i rappresentanti di ogni gruppo parlamentare.
Una volta individuata una figura che secondo le indicazioni fornite riuscirà a incassare la fiducia del Parlamento, il Presidente della Repubblica convoca il prescelto e gli affida un
preincarico, che verrà accettato con riserva. Dopo un ulteriore giro di verifiche la riserva può essere sciolta e avviene la
nomina, con decreto presidenziale controfirmato. Vengono nominati quindi anche i ministri.
Conclude l’iter di formazione del Governo il
giuramento alla Repubblica secondo la formula di rito e l’ottenimento del
voto di fiducia da parte di ogni camera del Parlamento.