Se non fosse stata messa sotto i riflettori quale pezzo dell’enorme
mosaico geopolitico mosso dalle azioni della Russia a partire dal marzo 2022, la Moldavia ha trovato poche occasioni per far parlare di sé. Cominciamo con il visualizzare dove si trova la Moldavia.
La Moldavia si trova
nell’Europa orientale. È un piccolo Stato il cui territorio è compreso tra quello della Romania e dell’Ucraina. È situata a poca distanza dal mar Nero, pur non possedendo uno sbocco diretto. La sua capitale è la città di Chișinău.
Particolare rilievo meritano i corsi d’acqua che attraversano la Moldavia: il
fiume Prut a ovest segna per gran parte il confine naturale della nazione con la limitrofa Romania. Il
Dnestr, a oriente, separa un pezzo di territorio (conosciuto come Transnistria) percorso da rivendicazioni separatiste e autonomiste filorusse. Infine, anche se solo per mezzo chilometro, la Moldavia è uno dei dieci Stati attraversati dal fiume Danubio.
La Moldavia ha attraversato una
storia secolare che ha inciso profondamente sulla composizione etnica della sua popolazione, formando quei nodi irrisolti che ancora oggi minano la pace politica e sociale della nazione.
A partire dal XIV secolo si affermò il
Principato di Moldavia, affratellato ai vicini principati rumeni con cui condivide lingua e cultura neolatina. Il territorio del Principato di Moldavia coincide con gran parte della regione storica della Bessarabia, che risentì in misura sempre maggiore delle pressioni dell’ingombrante vicino russo. L’annessione fu compiuta dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando la Moldavia entrò a far parte della galassia delle repubbliche sovietiche.
Con il disgregamento dell’URSS, nel 1991 la Repubblica Moldava
riacquistò la sua indipendenza rigettando rapidamente tutti gli elementi culturali russi installati durante la lunga parentesi sovietica.
Rimase irrisolta però la
questione della Transnistria, area a forte concentrazione russofona, che dopo una breve guerra civile si dichiarò indipendente de facto, sostenuta più o meno apertamente da Mosca.
Trascinata per decenni, tale situazione potrebbe rappresentare un nuovo focolaio di tensioni pronto ad esplodere in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, aggressione portata avanti proprio con il pretesto di proteggere l’integrità delle minoranze russe nelle aree di interesse del Cremlino.