Questo fondamentale della pallavolo può avere valore sia
difensivo (evitare che l’attacco avversario arrivi nel proprio campo o quantomeno intercettarlo per attenuarne la potenza) che
offensivo (rinviare la palla tentando di fare punto).
Può essere fatto dai giocatori di prima linea, secondo diverse modalità di esecuzione, spesso ispirate anche da scelte tattiche.
Il
Muro da fermo è la forma principale e prevede una posizione alta del corpo con arti inferiori leggermente piegati e busto eretto. Le gambe devono essere divaricate sul piano frontale, con una larghezza pari a quella delle spalle ad una distanza dalla rete tra i 20/30 cm.
In funzione dell’attacco da fronteggiare (di primo tempo o di terzo tempo) dipende la posizione delle mani con le dita aperte e in tensione e il caricamento sulle gambe.
Tenendo nel giusto conto la propria altezza e la capacità di elevazione, dopo la distensione si può
invadere il campo avverso con le mani e le braccia, cercando la palla, avendo cura di non toccarla prima del colpo d’attacco dell’avversario! In caso contrario è fallo d’invasione. Lo stesso se, malauguratamente, si tocca la banda superiore della rete.
Mantenendo le braccia distese, si ricade nello stesso posto, ammortizzando su entrambi gli avampiedi.
Se il punto di partenza del “muratore” è lontano, occorre spostarsi e poi fare il
muro dopo spostamento. In corsa laterale con passi accostati se la distanza è breve per conservare la frontalità alla rete.
Se la distanza è superiori ai due metri, sono possibili diverse modalità di traslocamento.
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